Ranjit Singh (Gujranwala, 2 novembre 1780 – Lahore, 27 giugno 1839) è stato un sovrano indiano, maharaja del Punjab.
Nacque a Gujranwala nel 1780. Di religione sikh, era figlio di Sardar Mahan Singh, signore della guerra nella regione di Gujranwala e capo della fazione Sukarchakia della federazione sikh, cui successe nel 1792 all’età di dodici anni[.
Pur privo di istruzione, era dotato di grande acume, divenne un capo carismatico della comunità Sikh nonostante un aspetto fisico niente affatto imponente.
Già nel 1799 conquistò Lahore, capoluogo sikh, di cui l’anno successivo ottenne la formale indipendenza dal sovrano afgano Zaman Shah.
Ben presto riorganizzò l’esercito del Punjab in modo moderno, puntando più sulla fanteria che sulla cavalleria, valendosi dell’apporto di consiglieri militari francesi e italiani (i generali Jean-François Allard, Claude Auguste Court, Paolo Bartolomeo Avitabile e Giovanni Battista Ventura). Riorganizzò anche l’amministrazione dello Stato, formando un corpo amministrativo di prim’ordine, in cui assunsero un ruolo importante i fratelli Gulab Singh e Dhian Singh.
Nel 1802 riuscì ad annettere anche Amritsar, l’altro capoluogo sikh, che contribuì ad abbellire, per esempio rivestendo d’oro il tempio sikh più sacro, l’Harmandir Sahib, da allora conosciuto come “Tempio d’oro“. Nel 1808 cercò di estendere i confini del territorio sotto il suo controllo anche al Sirhind e alla Malwa, a sud del fiume Sutlej[3], non riuscendovi a causa dell’opposizione britannica. Con gli inglesi, peraltro, si alleò poco dopo, formalizzando l’alleanza ad Amritsar il 15 aprile 1809 in seguito ai colloqui avuti con l’inviato britannico Charles Metcalfe, che, pure, scampò ad un attentato di fanatici sikh, detti akalis.
Nel 1818 conquistò Multan e l’anno successivo il Kashmir, che gli aveva resistito per molti anni. Nel 1820 sottopose al suo controllo l’intero Punjab cioè l’intera area tra l’Indo e il Sutlej, suo confine meridionale. Nel 1823 estese i suoi possedimenti nella valle di Peshawar, lasciandovi comunque un governatore afgano.
Con l’unificazione sotto il suo scettro dell’intero Punjab e la costituzione dell’impero sikh trovò piena giustificazione l’appellativo riservatogli di “Leone del Punjab” (Sher-e-Punjab).
Nel 1833 diede asilo a Shujah Shah, il sovrano Durrani del ramo Sadozai detronizzato nel 1809, da cui ricevette il famoso diamante Koh-i-Noor, originariamente appartenuto agli imperatori Moghul e successivamente pervenuto alla corona britannica.
Nella Mostra Fotografica “I Sikh: Storia, Fede e Valore nella Grande Guerra“, sarà possibile vedere un quadretto del Maharaja proveniente dalla British Library di Londra.