La difficoltà principale per un sikh al estero è quella di presentarsi con un volto differente. Anche oggi i sikh stanno lottando per far sì che nei paesi esteri venga accettato la loro personalità. Anche questo libro è stato scritto per diminuire queste difficoltà. Gli Inglesi erano già a conoscenza dell’identità dei sikh perché avevano regnato sull’India, anche perché i sikh avevano lavorato nel esercito Inglese. Ma tuttavia hanno dovuto fare delle manifestazione in Inghilterra per essere accettati come sono. Quando i sikh in cerca di lavoro hanno raggiunto i paesi europei, hanno dovuto iniziare delle manifestazioni per farsi accettare da essi. Nella Prima e Seconda Guerra Mondiale i soldati sikh hanno aiutato i Paesi Europei, quando le guerre sono terminate i sikh sono tornati in patria. Negli anni 80’ è cominciata l’immigrazione dei sikh in Europa (ed Italia), in cerca di lavoro. Da quel periodo hanno iniziato a affrontare i problemi legati al fatto di aver una identità diversa (cioè portare il turbante, non tagliare i capelli, portare le 5 K). I sikh avevano aiutato le forze alleate per la liberazione dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale (1939- 1945), per questo i loro nomi sono scritti nei registri dei caduti. Ma da quel periodo in poi non sono stati mai ricordati. Per questo ancora oggi i sikh devono fare altre manifestazioni per far riconoscere la loro identità. In Italia i sikh hanno avuto molti problemi per trovare il lavoro perché portano il turbante, portano le 5 k e non tagliano la barba e baffi, ma grazie a una comunicazione amichevole tra i sikh e gli italiani sono stati superati molti di questi problemi. E col passare del tempo molti sikh hanno trovato lavoro e per questo sono immigrati altri sikh. In Italia ci sono circa 50 Gurdware (templi Sikh).